«Uno schiaffo morale allo Stato, incapace di risolvere il problema». È una storia emblematica e tutta italiana quella ricostruita da Alfonso Picone Chiodo, scrittore, fotografo, ricercatore, trekker ed alpinista, di professione agronomo presso il Dipartimento P.A.U. (Patrimonio architettura urbanistica) dell’Università Mediterranea di Reggio Calabria. La storia di una strada che non c’è, ufficialmente chiusa al traffico, ma percorsa da chi di quella strada ha bisogno, e ha deciso di non attendere più i tempi infiniti della burocrazia. «La ex Statale 112 Bovalino-Bagnara – scrive Picone Chiodo – è una delle arterie più importanti e antiche della nostra provincia. La strada, con numerosi e arditi tornanti e alcune gallerie paramassi, è un’arteria di montagna, soggetta a veloce “usura”, vulnerabile per le frequenti cadute di massi e quindi bisognosa di interventi di manutenzione costanti e importanti. Tutto ciò sino a quando otto anni fa quando una frana di notevoli proporzioni, staccatasi da Puntone di Pendola, l’ha resa definitivamente intransitabile. Alle accese proteste seguirono da parte degli enti competenti promesse di provvedimenti risolutori ma, in un continuo rinvio, non si ebbe alcun intervento». Ecco dunque, la svolta, decisa in “autotutela”: «Ma la pazienza dei platioti ha un limite e, pochi mesi fa, hanno deciso di fare da sé. Autofinanziandosi, mettendo a disposizione uomini, mezzi e strumenti hanno ripristinato il tratto di strada franato».
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Fonte reggio.gazzettadelsud.it 2022-03-12 02:30:58