«A quanto ammontano le risorse pubbliche disponibili per ammodernare la Statale 106? E se questi fondi dovessero essere disponibili, questo tipo di finanziamento si definirebbe entro il 2036?». Lo chiede Maria Elena Senese, segretario generale della Feneal Uil Calabria. «Davanti a questi dubbi – aggiunge – siamo fermamente convinti che oggi sia necessario fare fronte comune per chiedere al Governo nazionale di rendere prioritario il tema dell’ammodernamento della Statale 106. I dati terribili ed inaccettabili degli incidenti mortali impongono una riflessione non più prorogabile, chiedono a gran voce a chi gestisce la cosa pubblica di programmare interventi non più procrastinabili, ma solo rispettando l’esigenza di determinarsi su interventi mirati perchè è impensabile che nessuna grande opera infrastrutturale calabrese venga finanziata con il Pnrr».
La 106, ricorda Senese, è chiamata «la strada della morte» per i frequenti incidenti. Si estende per 491 km da Reggio Calabria a Taranto, percorrendo tutta la fascia jonica di Calabria, Basilicata e parte di quella pugliese. «Di conseguenza – spiega Senese – è un infrastruttura strategica non solo per la Calabria ma per tutto il Sud Italia, ma ad oggi è una delle strade più pericolose d’Italia – il dato si evince da una statistica sempre più tragica sugli incidenti mortali – rimane una delle eterne incompiute calabresi. Una strada – aggiunge – che si presenta come l’unica arteria fondamentale per i collegamenti interni fra l’area della Sibaritide, il Crotonese, il Catanzarese, la Locride e il versante sud-orientale dell’Aspromonte, come la sola via di comunicazione verso la Basilicata e la Puglia per poter raggiungere l’autostrada adriatica, non può e non deve essere dimenticata da chi governa, da chi ha la possibilità, attraverso la mole di denaro in arrivo per il Mezzogiorno, di cambiare la narrazione di questo lembo di terra, di dare un volto nuovo, moderno e sicuro ad una…
Fonte calabria.gazzettadelsud.it 2022-02-09 07:15:35