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Notizie da Reggio Calabria

Scafisti del naufragio di Cutro tolsero i cellulari ai migranti – Calabria

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Lo ha raccontato un superstite nell’incidente probatorio

(ANSA) – CROTONE, 02 MAG – Gli scafisti del caicco naufragato
a Steccato di Cutro con 94 vittime accertate, avevano preso ai
migranti i cellulari al momento dell’imbarco e li avevano poi
restituiti senza scheda. A dirlo uno dei superstiti
nell’incidente probatorio in corso a Crotone. “Non potevamo
chiamare e non c’era neppure la linea per chiedere soccorso” ha
detto in aula.
   
Nel corso dell’udienza, uno dei testi ha ripercorso le tappe
del viaggio. “I primi giorni – ha detto Muhammad Shah, pakistano
di 26 anni – abbiamo viaggiato al buio, vedevamo la luce da un
buco nel soffitto e capivamo se era giorno o notte. Solo dopo
tre giorni i capitani ci hanno dato il permesso di salire in
coperta”.
   
Dei quattro presunti scafisti, due, il turco Sami Fuat di 50
anni, e il pakistano Khalid Arslan di 25 anni, erano presenti in
aula; collegato dal carcere di Tolmezzo (Udine) c’era Gun Ufuk,
il turco di 28 anni arrestato in Austria ed estradato il 28
aprile scorso in Italia. Assente invece il quarto indagato,
Hafab Hussnain 21 anni pakistano (che era stato inizialmente
indicato come minorenne) che non ha preso parte all’udienza.
   
La testimonianza di Shah, insieme a quella di Rehman Khalil,
23 anni pakistano (entrambi assistiti dall’avvocato Francesco
Sicilia), è servita a ribadire le varie fasi del viaggio. I due
testimoni hanno confermato al pm Pasquale Festa, che
l’organizzatore del viaggio è stato un pakistano che loro
conoscono come Ali Hassan. Rehmam ha riconosciuto tra gli
indagati solo Sami Fuat come componente dell’equipaggio. Fuat e
Ufuk sono stati riconosciuti come componenti dell’equipaggio da
Muhammad Shah: Il giovane ha anche indicato un quinto scafista
che si occupava del timone: si tratta di un siriano che è
deceduto nel naufragio. Entrambi i testi hanno ribadito il ruolo
di traduttori dei due pakistani indagati spiegando che Arslan e
Hussnain “mangiavano e dormivano con i viaggiatori” e “quando
abbiamo scoperto dopo qualche giorno dalla partenza della barca
che parlavano turco gli abbiamo chiesto di fare da traduttori
con i capitani e quindi i capitani li hanno fatti restare sopra
per portare nostre richieste”. (ANSA).
   

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