google-site-verification=uWutfzsCgrF3zYaX49GJ0owdoHNdy74RYNoxhQ8ubZc
Notizie da Reggio Calabria

Diciotto a processo dopo inchiesta ‘Propaggine’ – Calabria

0


A processo ex sindaco. Legali 5 prosciolti, applicata ‘Cartabia’

(ANSA) – REGGIO CALABRIA, 20 APR – Diciotto imputati nel
processo scaturito dall’operazione “Propaggine” contro la cosca
Alvaro di Sinopoli e Cosoleto sono stati rinviati a giudizio e
compariranno davanti al Tribunale di Palmi il 28 giugno. Per chi
ha scelto il rito ordinario si è conclusa così l’udienza davanti
al gup Irene Giani che ha prosciolto, invece, cinque imputati.
   
Tra i rinviati a giudizio c’è Carmelo Alvaro, detto “Bin Laden”,
il capo locale di Cosoleto, Francesco Alvaro detto “Ciccio
Testazza” e suo padre Antonio Alvaro conosciuto con il
soprannome di “Massaru ‘Ntoni” e ritenuto il consigliori del
figlio. Ma anche Domenico Alvaro alias “Micu u merru” e Giuseppe
Alvaro detto “Stelio”.
   
Il processo è nato da un’inchiesta della Dda di Reggio
Calabria da cui è emerso che la cosca, oltre ad essere operativa
nel territorio di Sinopoli, dominava anche il centro di Cosoleto
ove insiste un locale di ‘ndrangheta autonomo ma funzionalmente
dipendente da quello di Sinopoli. Tra gli altri, sono stati
mandati a processo anche il boss Antonio Carzo, detto “‘Ntoni
Scarpacotta”, e l’ex sindaco di Cosoleto Antonino Gioffré,
accusati di scambio politico elettorale. Dalle indagini è emerso
un interesse della ‘ndrangheta per le elezioni a Cosoleto del
2018 quando, stando all’ordinanza di arresto eseguita nel 2022,
“le elezioni amministrative sono state pesantemente condizionate
dalla cosca Alvaro in accordo con il sindaco uscente Antonino
Gioffré, poi nuovamente candidato ed eletto”.
   
Sono stati prosciolti invece Salvatore Alessi, accusato di
favoreggiamento, e altri quattro imputati, Domenico Licastro,
Giovanni Rechichi e i fratelli Francesco e Giuseppe Versace che
erano accusati di associazione mafiosa. Difesi dagli avvocati
Davide Vigna, Maria Teresa Caccamo, Antonino Lupini, Gaetano
Muscari, Carmelo Pirrone e Angelo Fortunato Schiava, i cinque
sono usciti dal processo per non aver commesso il fatto.
   
“Si tratta – scrive l’avvocato Vigna – di una delle prime
applicazioni del nuovo parametro decisorio in udienza
preliminare introdotto dalla articolata riforma Cartabia che
vede il gup pronunciare sentenza di non luogo a procedere quando
gli elementi acquisiti non consentono di formulare una
ragionevole previsione di condanna”. (ANSA).
   

RIPRODUZIONE RISERVATA © Copyright ANSA