Uno dei luoghi dell’anima di Bortolo Mutti è certamente Cosenza. Il bergamasco ricorda ancora con particolare affetto i suoi trascorsi calabresi con la società bruzia. Il tecnico però ha ottimi ricordi dell’intera Calabria (per qualche mese ha allenato pure la Reggina) ed è anche per questo che ha sofferto per le loro sorti nel recente campionato di serie B. Situazioni da trattare separatamente. Perché la stagione è stata molto differente una dall’altra.
Il nodo alla gola con cui lo ha tenuto a lungo il Cosenza però non può che prendere il sopravvento.
«È stato un campionato tribolato, sofferto, incerto e anche fortunato perché con il numero di punti raccolti non si è mai arrivati a fare i playout. Invece in un torneo fuori da ogni logica, i rossoblù ce l’hanno fatta e sono stati bravi a gestire lo spareggio con il Vicenza. Ora bisogna ripartire con un indirizzo diverso, prestando attenzione ad una programmazione oculata. Fin qui sono arrivate salvezze rocambolesche, i tifosi non meritano di soffrire così tanto. A rischiare ogni anno con il fuoco, prima o poi si rischia di bruciarsi».
Mutti analizza le profonde differenze tra il suo Cosenza e quello odierno.
«Vi era una spina dorsale totalmente differente. Non c’era questo viavai continuo di giocatori, nei miei gruppi erano presenti calciatori con un forte attaccamento a questa maglia, come i vari Marulla, Napolitano, Zunico. A questi poi si aggiungevano giovani interessanti come Lucarelli e Tatti. Potrebbe esserci un altro ribaltone. Non conosco nello specifico le posizioni di Goretti e Bisoli ma quando si hanno vedute differenti è giusto cambiare».
La retrocessione del Crotone lo ha sorpreso.
«Alla vigilia del campionato l’ho indicata come una delle candidate a stazionare nei primi sei-sette posti della classifica. Nessuno poteva immaginare uno scenario simile, con questo clamoroso doppio salto all’indietro. Si è trattata di una grossa delusione ma sono convinto che la società…
Fonte calabria.gazzettadelsud.it 2022-06-06 06:33:54