“In tempi di crisi economiche, riassetti geopolitici, guerre, sfide globali e trasformazioni sociali accelerate, ci troviamo spesso a fare i conti con un problema sistemico che, da solo, ha un peso enorme a tratti inestimabile: l’incompetenza al potere. Amicizie, scappatoie, scorciatoie, benefit post elezioni sono le anomalie di un Paese che stenta a crescere perché abdica a credere nei meriti e nelle competenze. Una strana società quella che abbiamo costruito in cui, tra prove invalsi, università prestigiose, college e best practices, chiediamo ai nostri figli di tendere sempre al massimo livello, salvo poi constatare che nella gestione del bene pubblico arriva chiunque, senza selezione, senza scrutinio e specializzazione”. Così, in una nota, Meritocrazia Italia.
“Anzi, non accade di rado che i manager delle grandi aziende pubbliche vengano nominati sempre nello stesso cerchio, pur fallendo, alcune volte, in maniera plateale gli obiettivi prefissati. Alitalia su questo aspetto è l’esempio lampante di quanti soldi pubblici siano stati investiti senza risultati e prospettive. Allora Meritocrazia Italia si interroga sulla mancanza dei fondi nei servizi essenziali, nel settore sanitario, per le strutture pubbliche, strade, acquedotti, immissioni, case popolari, ponti, che si traduce, in realtà, in un corretto utilizzo delle risorse a disposizione. Ebbene, quanto incide l’incompetenza nella gestione della cosa pubblica per lo Stato?”, chiedono.
“Una società che smette di pretendere qualità da chi la governa genera un effetto a catena che porta al calo della fiducia nelle istituzioni e a cittadini sempre più disillusi, che si allontanano dalla partecipazione politica. Populismo e demagogia aprono la strada a chi semplifica i problemi e punta all’aumento della visibilità più che all’assunzione di responsabilità. L’incompetenza non arriva da sola. È spesso il frutto di un…
Fonte www.adnkronos.com 2025-06-20 10:29:07