Si terrà il 21 luglio l’ultima
udienza preliminare del processo sui presunti mancati soccorsi
al caicco il cui naufragio, avvenuto a Steccato di Cutro il 26
febbraio 2023, ha causato 94 morti, 35 dei quali minorenni. In
quella occasione, dopo le discussioni delle parti, si saprà
dell’eventuale rinvio a giudizio degli imputati: quattro
militari della guardia di finanza e due della Guardia costiera,
nei confronti dei quali la Procura della Repubblica di Crotone
contesta i reati di naufragio colposo e omicidio colposo
plurimo, evidenziando una serie di negligenze e sottovalutazioni
nelle operazioni di soccorso.
L’udienza di oggi è stata aggiornata in quanto sono state
esaminate le eccezioni presentate dai responsabili civili citati
nel processo – Ministeri degli interni e delle Infrastrutture e
Consap – per essere estromessi dal procedimento.
Le eccezioni riguardavano il ritardo nella notifica e il
merito della citazione. Oltre alle parti civili che hanno
chiesto di confermare la citazione dei ministeri e di Consap
come responsabili civili, anche l’avvocato Liborio Cataliotti,
difensore del tenente colonnello della Guardia di Finanza
Alberto Lippolis, ha chiesto di rigettare le eccezioni
presentate.
Il gup Elisa Marchetto, dopo un’ora di camera di consiglio,
ha respinto le richieste di estromissione in quanto è stato
rispettato, da tutte le parti, il termine dei 10 giorni per
notificare al responsabile civile la citazione nel processo. La
questione di merito, invece, dovrà essere dibattuta
nell’eventuale processo davanti al collegio penale.
Oggi si è discusso a lungo anche su nuove richieste di
costituzione di parte civile presentate da alcuni parenti delle
vittime – dieci afgani che vivono in Turchia, Iran e Pakistan –
che sono stati impossibilitati a firmare le procure speciali
nelle ambasciate italiane per motivi legati alla loro sicurezza.
Gli avvocati Bona, Stefano Bertone ed Enrico Calabrese già da
maggio avevano chiesto all’autorità giudiziaria di permettere a
queste persone di avere un visto per entrare in Italia per
partecipare al processo ma senza esito. Per questo motivo i
legali hanno depositato nei giorni scorsi le richieste corredate
da alcuni video nei quali i parenti delle vittime firmavano la
procura speciale.
Alla fine della discussione il gup Elisa Marchetto ha, però,
dichiarato inammissibile questa modalità di costituzione.
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Fonte www.ansa.it 2025-06-09 13:46:54

