Sì al dialogo con le toghe, quella allo studio non è una riforma della giustizia contro di loro ma nell’interesse dei cittadini. Questo va ripetendo da giorni Giorgia Meloni, che oggi pomeriggio alle 15.30 vedrà a Palazzo Chigi l’Anm guidata da Cesare Parodi, presenti il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano, il Guardasigilli Carlo Nordio.
Un incontro (che sarà preceduto alle 11 da quello con l’Unione delle camere penali) arrivato dopo uno sciopero dei giudici condiviso da tutte le correnti dell’Anm e che ha raccolto l’80 per cento di adesioni. Un’occasione per annusarsi e capire se ci sono margini di manovra su alcuni passaggi. Per il governo, raccontano, l’impianto sostanziale della riforma resta blindato: eventuali modifiche verranno valutate e riguarderanno solo la fase attuativa, ossia la messa a terra della riforma stessa.
Restano intoccabili i tre principi cardine contenuti nell’impianto approvato dal Cdm e votato in prima lettura alla Camera: separazione delle carriere tra giudice e pubblico ministero; l’istituzione di una Alta Corte per giudicare gli errori e i comportamenti dei magistrati; due Csm, uno per i giudici e uno per i pm, con la nomina per sorteggio temperato della componente laica, ossia i membri elettivi che attualmente vengono scelti per un terzo dal Parlamento in seduta comune.
Quello di oggi, dunque, secondo rumors di maggioranza, sarà soprattutto un momento di ascolto. “Siamo pronti a sentire quello che avranno da dire con grande attenzione, il resto si vedrà”, sarebbe la linea del governo. Non c’è nessuna intenzione, come ribadisce Forza Italia, di travalicare i confini del potere esecutivo. Nessuno proverà a mettere sotto l’ala governativa i magistrati è l’assicurazione.
L’obiettivo dell’Anm, come più volte sottolineato da Parodi, è spiegare le ragioni tecniche e non certo politiche per le quali i…
Fonte www.adnkronos.com 2025-03-05 05:36:22