“Siamo qui per sperare che
ci possa essere una svolta e che questo scempio venga
cancellato. Mi sento emotivamente coinvolto perché la vita delle
persone della baraccopoli si è spesso intrecciata con Riace”. Lo
ha detto l’europarlamentare di Avs e sindaco di Riace Mimmo
Lucano in visita stamattina nell’area industriale di San
Ferdinando alla baraccopoli dove risiedono i braccianti di
origine africana tra le baracche e le tende installate 6 anni fa
dal Ministero dell’Interno e dalla Protezione civile. Assieme a
Lucano una delegazione formata da circa 30 persone tra esponenti
dell’Anpi, di Rifondazione Comunista, Alleanza Verdi Sinistra,
padre Alex Zanotelli, l’ex sindaco di Rosarno Peppino Lavorato,
don Pino Demasi di Libera Calabria e il magistrato Emilio
Sirianni, da anni molto vicino a Lucano e presente a titolo
personale.
“Non è accettabile che nella nostra terra – ha aggiunto
l’europarlamentare di Avs – ci siano questi condizioni. Sono qui
per ribadire che questa baraccopoli va chiusa subito. Voglio
raccontare questo scempio in Europa, dirò che in Italia esistono
situazioni di questo genere al limite della deportazione. In
Calabria si sono tantissimi paesi abbandonati e potrebbero
essere al centro di un disegno di accoglienza. Mi sono reso
contro che attraverso l’accoglienza questi nostri paesi
abbandonati potrebbero ritornare a vivere”. Per Lucano “occorre
un progetto più ampio nel segno della tradizione di accoglienza
e del rispetto dei valori umani. Per questo stiamo per
presentare un progetto di legge europeo sul tema
dell’accoglienza e della residenza diffusa”.
“Sono qui – ha detto Sirianni – perché proprio in luoghi
come questi si dà il senso della potenza dell’Europa, che non
sarà mai rappresentata dai suoi eserciti, ma da un sogno di pace
e dei diritti. Il sogno europeo, infatti è il riconoscimento dei
diritti a tutti cominciando dagli ultimi. Sei milioni di persone
continuano a rischiare la vita nella traversate in mare per
raggiungere l’Europa unico lembo di terra nel quale sono
riconosciuti i diritti a tutti. Questo è il senso della bandiera
dell’Europa, non certo i carri armati”.
“Mi viene in mente che dopo 32 anni in magistratura – ha
aggiunto Sirianni – io non so cos’è la giustizia, ma so certo
cos’è l’ingiustizia ed è proprio da questa consapevolezza che si
dovrebbe ricominciare”.
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Fonte www.ansa.it 2025-03-03 12:33:25