Su un pacchetto di quattro giudici costituzionali eletti dal Parlamento in seduta comune solo uno è donna, Maria Alessandra Sandulli. “Il Parlamento avrebbe potuto impegnarsi di più ma è nella sua discrezionalità. Rispettiamolo e teniamocelo caro, come che sia composto”, commenta all’Adnkronos il presidente emerito della Corte costituzionale Cesare Mirabelli che rileva: “Avrebbe dovuto essere più aperto alla questione femminile, ma è succube di altri equilibri”.
Non la stupisce che di fronte a 4 posti vacanti le parlamentari donne non si siano trasversalmente coalizzate per portare almeno due giudici costituzionali a Palazzo della Consulta? “Cioè che non ci sia stato un intergruppo? – ribatte scherzando Mirabelli -. C’è addirittura una presidente del Consiglio donna e una capo partito che è donna. Quindi non è che sono sotto rappresentate: sia la capa della maggioranza che della opposizione sono donne, quindi hanno una forza politica”. E come ce la spieghiamo questa inerzia? “Lo chieda a loro. Per fortuna le donne valgono per la loro professionalità e anche capacità politica, imponendosi nella sfera pubblica. E questo è un bene”.
“Direi che ormai più che quote rosa, sia per fortuna… L’elemento di qualificazione delle donne è tale che è indipendente dal sesso. Ma le donne – ammette il presidente emerito – hanno maggiore difficoltà perché in genere assolvono ad altri impegni da cui gli uomini tendono a sottrarsi. Lavorando due volte, hanno un onere educativo maggiore rispetto agli uomini, anche per attività non adeguatamente valorizzate dal punto di vista sociale e istituzionale. E poco tempo per essere visibili quanto gli uomini”. Mirabelli, giudice costituzionale ai tempi della nomina da parte del presidente della Repubblica Oscar Luigi Scalfaro della prima donna a Palazzo della Consulta, Fernanda Contri, rammenta: “Ricordo Contri, che aveva difficoltà ad andare in…
Fonte www.adnkronos.com 2025-02-13 14:26:43