(di Alessandra Baldini)
Una voliera popolata da 2000
candidi origami attorno a cui si muovono uccelli multicolori,
mentre su un tavolo, in una gabbietta, due innamorati anelano
alla liberta’: “Non sarebbe meraviglioso essere esattamente
quello che vorremmo essere?”, si interrogano, ammirando da
dietro le sbarre lo stormo fantastico che gli vola davanti.
Il sipario sulla settimana della moda di New York e’ calato
in una voliera immaginaria allestita da Thom Browne allo Shed,
il centro culturale multifunzione di Hudson Yards, in prima fila
il candidato agli Oscar per The Brutalist, Adrien Brody, accanto
ad Anna Wintour e a Andrew Bolton, il responsabile del Costume
Institute del Met (partner di Browne nella vita) e poi Cara
Delevingne, Cristin Milioti, Alessandro Nivola e il musicista
St. Vincent.
Ogni sfilata di Browne racconta una favola. Questa comincia
con due ornitologi, vestiti con parka grigi e stivali da pesca
da cui spuntano le calze a rombi: entrano lentamente e si
siedono alla scrivania per studiare le migrazioni mentre da
fuori campo risuonano cinguettii e i versi di Emily Dickinson:
“Hope is a thing with feathers”, la speranza e’ una creatura
piumata. Altrettanto al rallentatore comincia il birdwatching:
modelli dalle ciglia lunghissime, il rossetto sulla bocca a
simulare un becco portano in passerella rari tessuti inglesi in
spina di pesce, principe di Galles, pied-de-poule e quadri.
Browne gioca con le proporzioni che richiamano la diversa
statura degli uccelli, incluso un cappotto affusolato a bozzolo
che imita un pigliamosche dal petto a botte.
Nessun orlo si ripete. Ogni capo è distinto dall’altro.
Spalle oversize, cappotti imbottiti, blazer allungati, shorts
mini e lunghi fino a terra, gonne a pieghe e maglieria argyle
ridimensionata evocavano le diverse dimensioni degli uccelli.
L’iconico completo-uniforme che ha reso Browne famoso in tutto
il mondo si amplia. I cardigan a rombi si restringono. Gonne e
pantaloncini spaziano dal mini a fino al pavimento, le calze
coprono le scarpe. Uccelli di fantasia prendono vita sui
tessuti, ricamati con punti satin e filati d’oro, seduti sulle
tasche o librandosi su cappotti patchwork. I tratti distintivi
del tailoring maschile, settore in cui Browne si e’ fatto le
ossa, si fanno strada dall’esterno all’interno: toppe in suede
sui gomiti e colletti a contrasto si combinano con bottoni
rivestiti dello stesso tessuto, cinture e fascette per le
braccia, mentre camicie modulari in seta vichy dai colori vivaci
presentano colletti e polsini rimovibili, ispirati alle camicie
da smoking della Golden Age.
Ci sono tocchi varsity e una maglia col numero 65 che evoca
l’anno di nascita di Thom. Altrove, paillettes, filati bouclé,
nastri di seta e fili simili a piume si intrecciano in tweed nei
colori rosso, bianco, blu e argento. 3.500 cristalli Swarovski
neri, argento e trasparenti sono abilmente collegati in un abito
trompe-l’oeil che richiama l’iconica uniforme Thom Browne. Il
gran finale e’ affidato alla modella sud sudanese-britannica
Alek Wek: un uccello raro che emerge in una giacca sartoriale
grigia ricamata in filigrana d’oro e una gonna da ballo ampia
drappeggiata con 40 metri di tweed tradizionale. “È un invito a
zittire il rumore”, ha detto il designer, riferendosi al
messaggio di restare fedeli alla propria visione creativa.
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