“In Italia ci sono 17 milioni di uomini con più di 40 anni di età: di questi il 6-8% ha una grave carenza di testosterone nel sangue, in pratica 1-1,5 milioni di maschi over 40 è afflitto da ipogonadismo, patologia spesso diagnosticata tardivamente perché i sintomi più specifici, tra cui quelli a carico della sfera sessuale, non vengono riportati spontaneamente dal paziente, per vergogna o ignoranza”. Lo afferma Andrea Isidori, professore ordinario di Endocrinologia al Policlinico universitario Umberto I di Roma e attuale presidente della Società italiana di andrologia e medicina della sessualità (Siams).
“Un po’ di responsabilità è anche dei medici che non lo indagano -ammette Isidori – dimenticando di chiedere ai pazienti ‘come va la tua vita sessuale?’. Così come si fa per il colesterolo, o il Psa, si dovrebbe controllare i livelli di testosterone in ogni uomo che ha problemi di obesità, diabete, anemia o osteoporosi. Purtroppo, l’ipogonadismo maschile è spesso sotto-diagnosticato e, anche quando individuato, risente di uno ‘stigma sociale’ che ne rende difficile l’emersione”. I sintomi più comuni sono: difficoltà di erezione, calo del desiderio, aumento di peso, stanchezza, perdita di motivazione.
“Molti uomini nel pieno della loro vita lavorativa, sessuale e di relazioni sociali – spiega l’endocrinologo – danno la colpa all’età o allo stress, e non associano quei segnali a veri e propri campanelli d’allarme di una condizione che, se non adeguatamente trattata, provoca osteoporosi, anemia, obesità, diabete mellito, aumento del rischio cardiovascolare e disturbi dell’umore”. Tra le cause, il “malfunzionamento del testicolo o della ghiandola (ipofisi) che controlla la produzione di testosterone – sottolinea Isidori – i farmaci assunti per infezioni (anti-fungine) o altre patologie croniche (antidolorifici, antiepilettici, oppiodi), e l’alcool in eccesso, interferiscono tutti con la…
Fonte www.adnkronos.com 2023-03-14 14:15:29