Là, dove una volta c’era un ‘paese’, adesso c’è un ‘borgo’. Un passaggio lessicale che rispecchia la rottura del legame tra insediamenti urbani e territorio, generata da un modello di sviluppo frutto di scelte politiche e culturali imprevidenti. A spiegarlo arriva un pamphlet collettaneo “Contro i borghi” in uscita per Donzelli: il sottotitolo è esplicito “Il Belpaese che dimentica i paesi” ed è curato da tre docenti universitari Filippo Barbera, Domenico Cersosimo, Antonio De Rossi, che hanno raccolto una ventina di interventi.
“Un paese di poeti, santi e navigatori, il nostro -ricordano- ma anche di borghi. Da qualche anno, infatti, in coincidenza con la crisi del modello urbano, e soprattutto metropolitano, va di moda la ‘riscoperta dei borghi'”. Eppure questo trend separa invece di unire, spezza il rapporto vitale tra l’insediamento e quel che c’è intorno, annulla la geografia dei luoghi, “come se i borghi potessero esistere senza le relazioni con le aree che li circondano. Dimenticando che lì si continua ad abitare”. Il turismo fa la sua parte, dando un forte contributo a questo fenomeno che è sociale ed economico.
“Questo nostro libro collettivo -sostengono i curatori- è contro la narrazione che è stata costruita sui borghi negli ultimi anni e che ispira le politiche pubbliche, come il recente Bando borghi, promosso dal ministero della Cultura nel quadro del Pnrr. I borghi sono oggetti unidimensionali: oasi non-urbane di manufatti (sempre pregiati), di quiete (sempre garantita), di natura (sempre incontaminata), di cibi ‘autentici’ (sempre dal sapore antico). Purtroppo, o per fortuna, non è così”. (segue)
“No al turismo come ‘petrolio d’Italia, sì al policentrismo territoriale”
Le conseguenze dell’uso improprio del temine ‘borgo’ sono nefaste. A partire per esempio dal fatto che la valorizzazione del territorio sia tale solo se inglobata nell’egemonia del “turismo petrolio d’Italia”. Il borgo…
Fonte www.adnkronos.com 2022-07-07 10:46:33