Di questi tempi lo scorso anno, in pompa magna, avveniva l’inaugurazione del nuovo Waterfront a Reggio Calabria. L’area a Nord del lungomare vedeva la luce dopo anni di lavori e di cantieri. Un’opera inaugurata dal sindaco Giuseppe Falcomatà alla presenza di rappresentanti istituzionali di alto profilo anche di fuori regione (basti pensare che erano presenti il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano e il presidente dell’Anci, nonchè sindaco di Bari, Antonio Decaro).
Un’opera incastonata in un nuovo segmento di rigenerazione urbana e architettonica tale da consegnare alla città un’area a nord del lungomare tutta da vivere e nella quale anche il Lido comunale avrebbe assunto una rilevanza strategica, non fosse altro per la storia rappresentata dal luogo meta di tantissimi reggini negli anni addietro.
Ma le pastoie burocratiche, la debolezza politico-amministrativa di un ente paralizzato, il batti e ribatti con la Soprintendenza ed un lassismo generale, fanno sì, che agli albori dell’ennesima stagione turistica alle porte, la situazione non solo non si sia evoluta, ma addirittura sia peggiorata.
L’area del Waterfront, in alcuni tratti, è caratterizzata da degrado ed incuria con angoli di area pedonale invasi da erbacce. E che dire del “panorama mozzafiato” in bella mostra visibile dal ponte sul torrente Annunziata. I canneti e l’erba la fanno da padrone e rappresentano il peggior biglietto da visita agli occhi del cittadino e del turista che sceglie quell’area per trascorrere momenti di piacevole relax con lo sguardo proiettato sullo Stretto. Uno sguardo che però viene distratto da quel ponte che rappresenta un pugno nell’occhio, oltre ad essere un’area potenzialmente molto pericolosa in caso di maltempo e alluvioni. Una città metropolitana non può consentirsi il lusso, nel cuore della primavera e a ridosso dell’estate (con i turisti che, fortunatamente, sono già approdati in centinaia in…
Fonte reggio.gazzettadelsud.it 2022-05-05 07:43:53