“Gonfiate le vele, ora siamo pronti a salpare per un lungo viaggio che porterà i conservatori al governo…”. Giorgia Meloni chiude la ‘Conferenza programmatica’ di Fdi a Milano. Arriva sul palco con il tricolore, tra gli applausi degli oltre 3mila delegati. Poco prima si sono alternati rappresentanti delle partite Iva, balneari, ristoratori per celebrare un primo maggio dedicato a tutti i lavoratori non tutelati.
L’ex ministro della Gioventù ammette di ”essere provata fisicamente” da ‘tre giorni’, ringrazia tutti per “l’entusiasmo e la grande partecipazione a un evento unico” e veste subito i panni del condottiero, indicando la rotta ai suoi, che porta dritto a palazzo Chigi nel 2023. Rispetto alla relazione di apertura della kermesse il suo discorso è prettamente politico.
Alla fine Matteo Salvini non è venuto, ma sembra un convitato di pietra. Meloni prima se la prende più volte con la stampa che l’accusa di non avere una classe dirigente, un programma, e di nostalgie fasciste (”fate domande lunari”), poi lancia l’affondo contro gli alleati, la Lega in particolare (”Si vince e si perde insieme, chiarite da che parte state”) e usa parole che suonano ai più come un vero e proprio ultimatum: ”Vogliamo dare orgoglio a questa Nazione con il centrodestra, penso e spero di farlo con il centrodestra, ma lo faremo comunque…”. Della serie: o governiamo tutti insieme o siamo pronti anche fare da soli. Usa la metafora per chiarire che fa sul serio: ”Noi non siamo surfisti, ma navigatori…”. E ancora: ”Non siamo figli di un dio minore…”.
Il suo è un crescendo. Tutto parte da una confidenza di un delegato: ”Un giornalista ha chiesto a un nostro delegato se la maglietta scura che portava fosse un omaggio alle camicie nere…”. Si ferma, sorride, fa una lunga pausa con una serie di smorfie per manifestare tutto il tuo disappunto, poi sbotta: ”Pensate che sia questo che interessa davvero al Paese?…
Fonte www.adnkronos.com 2022-05-01 14:35:00