Giuseppe Pelle, il boss della ‘ndrangheta arrestato il 6 aprile 2018 dopo una lunga latitanza, incontrava frequentemente la moglie nonostante fosse ricercato dalle forze dell’ordine. E’ quanto emerge dagli atti dell’indagine che stamane ha portato all’arresto di 8 persone per favoreggiamento nei suoi confronti. Proprio grazie all’efficiente rete di protezione messa in piedi dai suoi congiunti più stretti, Pelle vedeva la moglie Marianna Barbaro, figlia di Francesco Barbaro, morto il 1 novembre 2018, ritenuto il capo della ‘ndrina dei «Castanu», condannato alla pena dell’ergastolo. Prima della cattura, a Condofuri, come emerso dalle indagini, Pelle aveva trascorso la sua latitanza spostandosi tra San Luca e Platì, in un immobile non lontano da quello della figlia Elisa, con la quale sarebbe stato in contatto. Proprio in occasione di uno di questi spostamenti, nel settembre 2016, Pelle era risuscito a sfuggire alla cattura grazie ad un servizio di staffetta organizzato dal genero Giuseppe Barbaro e dal nipote Antonio Pelle, 36 anni, mentre si trovava a bordo dell’auto con il figlio Antonio Pelle, di 35 anni.
Dopo la mancata cattura, i parenti ed i fiancheggiatori di Pelle adottarono condotte ancora più accorte per eludere le indagini, senza che ciò impedisse alla moglie di incontrarlo periodicamente proprio con l’aiuto dei figli e del genero Giuseppe Barbaro.
La donna veniva trasportata in orario notturno, effettuando diverse soste durante il percorso tra le località di Natile, Careri e Bovalino e cambiando, durante il percorso, l’auto a bordo della quale viaggiava. Ma il sistema di monitoraggio messo in atto dal gruppo investigativo addetto alle ricerche del latitante consentì agli inquirenti di individuare la località dove il boss poteva aver trovato rifugio, ossia l’abitato di Condofuri. Le indagini si concentrarono su Girolamo Romeo, 43 anni, e sul cognato Giuseppe…
Fonte reggio.gazzettadelsud.it 2022-03-10 17:42:54