La spaccatura nel voto di ieri al Senato sul caso Open e Matteo Renzi lascia scorie nel rapporto M5S-Pd. E oggi Giuseppe Conte fa scricchiolare l’asse giallorosso dando per non scontata l’adesione al campo largo a cui lavora Enrico Letta. “Campo largo? Bene, cosa significa? Per me questa è una formula astratta: se significa politiche per i cittadini annacquate, io in questo campo largo non ci entro”, ha detto il leader M5S.
Parole che ovviamente non sono passate inosservate tra i parlamentari Pd. “Ci sono dietro Travaglio e Di Battista”, è il commento che gira a Montecitorio complice anche il retroscena su una cena in cui il direttore de Il Fatto Quotidiano e l’ex-grillino avrebbero sollecitato Conte a prendere le distanze dal Pd. “Gli dicono che l’alleanza con noi gli fa perdere voti, che se continua così va sotto il 10%… ed ecco l’uscita di oggi. E’ un po’ come la canzone di Bennato: il gatto e la volpe che lo tentano e Conte che vacilla”, argomenta un deputato dem all’Adnkronos. “Conte è in cerca di una sua dimensione e ancora non l’ha trovata”, dicono i dem a differenza di un Di Maio “più ordinato”. Una certa confusione, dicono, è dovuta anche alla difficoltà di tenere gruppi dove le spinte anti-Pd e anti-draghiane non mancano. E “non mancano neanche gli anti-contiani, anzi…”, sostengono i parlamentari democratici.
A fronte dei rumors che attraversano i gruppi, dal Nazareno non si enfatizza la vicenda di oggi. “Pazienza e costruzione”, è la formula dei piani alti dem dove oggi la giornata, si spiega, si è concentrata su tutt’altre faccende. La crisi Ucraina innanzitutto. Il segretario Letta, si spiega all’Adnkronos, è “molto preoccupato” dopo il dibattito parlamentare sull’Ucraina che “ha fatto emergere troppe ambiguità e posizionamenti…
Fonte www.adnkronos.com 2022-02-23 18:53:37