Scioglimento del consiglio comunale per infiltrazione mafiosa: cadono anche in sede penale le accuse contro il sindaco di Cassano Giovanni Papasso.
«Dopo i Tribunali civili – ha commentato a caldo il primo cittadino sibarita – anche in sede penale cadono le accuse nei miei confronti relative ai fatti inerenti lo scioglimento del Consiglio Comunale di Cassano All’Ionio per presunte infiltrazioni mafiose».
Il primo cittadino sibarita era accusato di turbativa d’asta in concorso, a vario titolo, insieme ad altre undici persone per tre capi d’accusa riuniti in un’unica inchiesta condotta dalla Procura. In particolare, si trattava della gara di affidamento del verde pubblico sul territorio comunale, l’affidamento di lavori ad una ditta che nel frattempo aveva ricevuto una interdittiva antimafia e la concessione illegale della locazione di alcuni terreni di contrada Bruscate senza gara pubblica.
Oggi con sentenza del Giudice per le Udienze Preliminari del Tribunale di Castrovillari, dottor Lelio Festa, ha sancito il non luogo a procedere per Papasso e per alcuni degli indagati nel procedimento. Per la concessione illegale della locazione tutti gli indagati sono stati assolti perché il fatto non sussiste, mentre per l’affidamento del verde pubblico e per l’omesso controllo della banca dati antimafia ad una ditta che, intanto, aveva ricevuto l’interdittiva antimafia Papasso e l’ex segretario comunale il Gup ha deciso, ugualmente, il non luogo a procedere per non aver commesso il fatto.
«Finalmente – ha commentato Papasso – arriva un ulteriore tassello che aiuta a ricostruire in maniera oggettiva ciò che è accaduto nel Comune di Cassano tra il 2016 e il 2017 e che conferma che ho subito, insieme alla città tutta, una gravissima ingiustizia. La sentenza di oggi conferma a chiare lettere che ho sempre agito correttamente nell’amministrare la cosa pubblica, senza commettere errori o intraprendere azioni al di fuori del solco della…
Fonte calabria.gazzettadelsud.it 2022-02-10 18:10:26