“Un silenzio doloroso in Italia come in Europa ha seppellito quasi completamente questa storia. Ma furono migliaia gli italiani che decisero di emigrare in altri paesi dopo essere stati costretti a fuggire dalle loro case e dalle loro terre d’origine. Le comunità distribuite in tutta Europa sono numerose”. Inizia così l’intervento al Parlamento europeo di Carla Cace, esule dalmata di terza generazione e Presidente della più antica associazione italiana in esilio confine orientale.
“L’Associazione Nazionale Dalmata – spiega in occasione del convegno in ricordo delle foibe e dell’esodo degli italiani – nasce a Roma nel 1919. In più di cento anni di attività ha organizzato iniziative culturali ed editoriali per far conoscere la nostra storia. A quasi 20 anni dall’istituzione nel 2004 in Italia della legge per il Giorno del Ricordo, è importante fare una valutazione su quanto è stato fatto e quanto resta ancora da fare per poter parlare davvero di ‘memoria condivisa’”.
“Oltre 12.000 italiani infoibati o giustiziati tra il 1943 e il 1954 (e i numeri veri probabilmente non si conosceranno mai) – ha illustrato Cace presentando il documentario che sarà distribuito nelle scuole e negli istituti di cultura – e circa 350.000 costretti all’esodo. Il tutto nel silenzio più assoluto per convenienze geopolitiche dell’epoca. Perché ancora oggi, in Italia, solo uno studente su cinque sa rispondere correttamente alla domanda ‘Cosa sono le foibe?’. Se da un lato i discorsi degli ultimi Presidenti della Repubblica Italiana in occasione delle celebrazioni ufficiali non lasciano dubbi, giungendo finalmente a pronunciare termini come ‘pulizia etnica’, ancora sono troppi i programmi scolastici in cui il tema è trattato marginalmente o per niente; la stampa raramente affronta l’argomento se non a ridosso del Giorno del Ricordo; alcune recenti pubblicazioni, anche di illustri case editrici italiane, sostengono posizioni palesemente al…
Fonte www.adnkronos.com 2022-02-09 17:17:18