“Il tasso dei contagiati scende molto lentamente ma il numero delle vittime di Covid, anche rispetto all’Europa, resta incredibilmente alto, oscilla tra i 300 e oltre 400 da troppi giorni ormai. Ma rispetto alla seconda ondata non c’è squilibrio”. Lo afferma all’Adnkronos Marco Roccetti, ordinario di Scienza dei dati all’Università di Bologna, secondo il quale andrebbe rivista la metodologia del conteggio dei decessi ma nel suo complesso.
“Oggi abbiamo in terapia intensiva all’incirca 1.400 persone, a novembre del 2020 ne avevamo circa 3.600 con il numero delle vittime che arrivava a 800, mentre oggi il trend è di 400 morti. Non mi meraviglia dunque il dato, non c’è squilibrio – sottolinea Roccetti -, visto che nel corso della seconda ondata, c’erano il doppio dei morti di oggi a fronte però di oltre il doppio delle terapie intensive”. Quanto ai criteri di conteggio dei decessi, secondo il matematico, “manca evidentemente una analisi statistico-matematico rigorosa della correlazioni che ci sono tra il numero dei ricoveri, delle terapie intensive e dei decessi”.
E se può essere responsabile una coda di Delta, sottolinea che “non abbiamo abbastanza centri specialistici capaci di fare la sequenzializzazione e decidere se una persona è stata contagiata dalla variante Delta o Omicron, si procede a campione rimanendo all’interno di statistiche approssimative. Detto questo, la mediana tra ingresso in ospedale e decessi è 13 giorni. Due settimane fa (ma anche prima) era ultra prevalente la variante Omicron (oltre 90%) non possiamo quindi più dire che i presenti morti sono dovuti a Delta. Purtroppo sono frutto soprattutto di Omicron, che sarà pure un raffreddore ma colpisce duro, anche se fingiamo di non accorgercene”….
Fonte www.adnkronos.com 2022-02-05 20:39:02