‘Ndrangheta; Reggio, arrestati 14 affiliati ai Libri
(ANSA) – REGGIO CALABRIA, 31 LUG – Estorsioni a tappeto,
imposizioni di ditte amiche per lavori edili, di forniture di
merce a numerosi laboratori di dolceria e bar del centro storico
cittadino, senza che venissero richieste. E poi, gli immancabili
rituali di iniziazione per i giovani ‘ndranghetisti, come nel
caso di Angelo, figlio di Filippo Chirico e nipote del boss
defunto Pasquale Libri, secondo gli investigatori, “battezzato”
ndranghetista ad appena 16 anni. E’ quanto emerge dall’inchiesta
della Dda di Reggio Calabria denominata “Theorema-Roccaforte”
che ha portato all’arresto di 14 persone da parte dei
carabinieri del Ros e della Squadra mobile di Reggio Calabria.
“L’indagine conferma – ha detto il Procuratore della
Repubblica Giovanni Bombardieri – come la cosca ‘Libri’
rappresenti uno dei perni centrali dell’equilibrio mafioso a
Reggio e in Calabria. Nonostante le suddivisioni territoriali
Filippo Chirico non rinuncia ad allargare, o a continuare a
detenere, i propri interessi criminali anche nei quartieri
vicini, come Gallina, dove si registrano preoccupanti
fibrillazioni all’interno della stessa cosca Libri, con il
gruppo Quattrone che decide di staccarsi dalla ‘casa madre’ e
dare corso ad una nuova e autonoma ‘famiglia’ di ndrangheta.
Fatto che induce Chirico, secondo le intercettazioni e la
testimonianza di ben quattro collaboratori di giustizia, ad
attrezzarsi per recuperare il terreno perduto”.
Nelle indagini e’ coinvolto anche un consulente del lavoro,
Saverio Nocera, di 64 anni, di Reggio Calabria, nei confronti
del quale e’ stato disposto l’obbligo di dimora a Reggio
Calabria, che avrebbe rivolto consigli a Chirico su come eludere
le misure di prevenzione.
“Squadra mobile e Ros dei carabinieri – ha detto il Questore
di Reggio, Raffaele Grassi – hanno confermato con il lavoro
quanto sia efficace e necessaria la sinergia tra le forze dello
Stato, a fronte di un fenomeno unitario criminale, com’e’ la
‘ndrangheta, qui a Reggio, in Calabria e nel mondo”.
Nell’inchiesta e’ coinvolta anche una donna, Anita Repaci, di
36 anni, destinataria di una misura cautelare per associazione
mafiosa, nell’abitazione della quale, nel rione ‘Cannavo”,
Filippo Chirico riuniva la cosca “per dare ordini e consigli –
ha detto il vicecomandante del Ros, Alessandro Scafuri –
addirittura lamentandosi con Chirico di essere troppo cedevole,
soprattutto con i giovani emergenti sul territorio. Una presenza
nella ‘ndrangheta, quella femminile – ha detto Scafuri – che
segna una nuova scelta abbastanza diffusa tra le cosche di
attribuire alle donne ruoli importanti nell’organizzazione delle
attivita’ di raccordo con altre cosche e tra i componenti della
stessa ‘famiglia’ mafiosa”. (ANSA).